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Testo e Foto di Gennaro Fiorentino |
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Il nome “Puy de Dôme” ai più forse non dirà
molto. Potrebbe evocare qualche ricordo in chi ci legge ed è
appassionato di ciclismo sportivo. Stiamo parlando della montagna
alta 1465 metri che si trova ad una quindicina di chilometri da
Clermont-Ferrand, nella regione della Auvergne, proprio in mezzo
alla nazione francese. Un moderno complesso Translohr della linea A (l’unica con una lunghezza di km 14) in transito per Place de
Jaude di Clermont Ferrand A dire il vero questo monte andrebbe inserito tra
i vulcani, anche se ormai da millenni non manifesta più la sua
attività trovandosi in uno stato di sonnolenza geologica. Il
contesto di cui stiamo parlando, per la sua storia, sia antica che
più recente, offre tante notizie che ne fanno uno dei luoghi più
celebrati della nazione gallica. Esso è annoverato nello speciale
elenco “Gran site de France”
promosso dal Ministero francese dell’Ecologia e dello Sviluppo per
riconoscere le località che, nel rispetto di principi ecologici,
offrono opportunità di un turismo sostenibile. Nel tempo la sua vetta è stata la meta di eroiche
e mitiche tappe del tour de France. Il primo ad essere iscritto
nell’albo d’oro fu il nostro connazionale e campione Fausto Coppi
che arrivò primo durante l’edizione del 1952. In seguito molte altre
volte è stata inserita nel Tour; l’ultima volta nel 1988. Ma ciò
resterà comunque un evento irripetibile in quanto la moderna
ferrovia a cremagliera ha ridotto la strada carrozzabile ad una
stretta via di fuga e pertanto incompatibile con il passaggio della
carovana ciclistica. Antica cartolina con il vecchio tram sistema Hanscotte in arrampicata verso la vetta Il 6 marzo 1908 gli industriali della gomma, i
fratelli Edouard e André Michelin, misero a disposizione una
ricompensa di 100.000 franchi per chiunque per primo si fosse posato
su quella vetta, dopo un volo in aereo senza soste con partenza da
Parigi. Si dovette attendere il 7 marzo 1911, dopo vari tentativi
finiti talvolta in tragedia, quando il pilota Eugène Renaux, riuscì
nell’impresa, guadagnandosi la congrua somma. Una stele ne ricorda
l’eroismo. Un altro motivo d’interesse e di curiosità è la
presenza sulla vetta di rovine di un antico tempio pagano dedicato
al dio Mercurio e risalente ad un periodo tra il I ed il II secolo.
Queste vestigia furono ritrovate per caso nel 1872, durante i lavori
di costruzione di un laboratorio meteo, peraltro ancora in attività
anche se dotato di strumenti attuali.
Il costo totale risultò alla fine di 80
milioni di euro. Purtroppo malgrado la sua breve storia, il treno di Puy
de Dôme già può annoverare due incidenti che ne hanno sensibilmente
condizionato la gestione. Poco prima dell’inizio dell’esercizio vero
e proprio, durante l’inaugurazione del 26 Maggio 2012, una massa
rilevante di fango provocata da un temporale incombente, invase la
massicciata e costrinse ad una sospensione del servizio.Molti degli ospiti rimasero bloccati in cima e ci volle
l’intervento della protezione civile per riportarli indietro. Il 28 Ottobre 2012 un convoglio senza passeggeri,
deragliò su uno scambio dell’incrocio di precedenza a metà percorso.
L’incidente sconvolse l’opinione pubblica ed i mass media
incominciarono a nutrire dubbi sulla sicurezza dell’impianto. In
seguito ad una severa inchiesta, ne fu attribuita la responsabilità
ad un mero errore umano. Pertanto le autorità preposte hanno deciso
di cambiare il gestore affidandosi ora alla SFTA, una società
specializzata nella gestione delle ferrovie di montagna. La
riapertura della linea ferroviaria dovrebbe avvenire proprio in
questi giorni. Il moderno treno “Panoramique des Dômes” non
parte dal centro di Clermont-Ferrand, come quello di una volta, ma
dalla località di Orcine posta ad una decina di chilometri dal
capoluogo. Un moderno e luminoso edificio, costruito con sobrie e
compatibili linee architettoniche con impiego della pietra di Volvic,
ne costituisce la stazione di base. Ad essa è collegato il
deposito-officina dotato di spazi per accogliere insieme i quattro
elettrotreni. L’edificio include anche gli uffici amministrativi. La stazione di base con una struttura sobria
e ben inserita nel complesso naturalistico Due elettrotreni abbinati in partenza per la
vetta Ormai immersi nel verde delle pendici. I razionali interni delle vetture Un complesso binato lascia la stazione
superiore per scendere a valle La lunghezza dell’itinerario è di km 5,1 con
rotaia metrica provvista di
cremagliera Strub, sempre in presa. Il materiale rotabile è
costituito da quattro elettrotreni GTW 2/6 a tre casse (quella
centrale ospita il motore) di costruzione Stadler, la cui tecnologia
si ispira a quelli in servizio sulle ferrovie di Montserrat/Nuria.
Vedi articolo dedicato su questo sito. Alimentazione a 1500 V
corrente continua. Lunghezza circa 36 metri. Capacità 200
passeggeri: 112 seduti ed 88 in piedi. Prima del deragliamento avvenuto ad ottobre 2012,
277.000 passeggeri avevano utilizzato la ferrovia durante
quell’anno. Il possibile obiettivo sarebbe stato di arrivare a
300.000. La stazione superiore che viene raggiunta in 15
minuti, è posta a 1406 m. slm in un impianto sotterraneo che
comprende altresì un bar-ristorante ed un negozio di souvenirs. Il costo corrente del biglietto è di una decina
di euro (andata e ritorno), diverse agevolazioni per le categorie
terze. Insomma davvero un prezzo contenuto se paragonato agli
standard di impianti analoghi nella nazione Svizzera. |
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