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Testo e foto di Antonio Bertagnin |
Convoglio della F.T.P. , al traino della locomotiva “Alfaterna”, mentre percorre il cappio di ritorno della ferrovia sotto le mura del Castello Fienga (22 maggio 2011). Premessa In Italia la passione per le locomotive in scala ridotta e realmente funzionanti a vapore è un aspetto del mondo delle ferrovie in miniatura ancora agli albori rispetto ad altri paesi europei, primo fra tutti l’Inghilterra. In questo Paese, dove l’interesse sia per le ferrovie reali che per quelle in miniatura, ed in particolare per il cosiddetto “vapore vivo”, è molto sentito, si è concretizzato attraverso la realizzazione di molti impianti, gestiti da associazioni o singoli privati, che diventano punti di aggregazione per tutti gli appassionati. Il “vapore vivo” è sicuramente uno degli aspetti più spettacolari in cui si possa materializzare l’interesse per le ferrovie reali da parte degli appassionati, in quanto lo scopo è quello di riprodurre non solo le locomotive, ma la ferrovia in tutto il suo insieme costituito principalmente da binari, scambi, segnali, stazioni, ecc, in un rapporto di riduzione di scala molto grande utilizzando come forza motrice il vapore analogamente alle locomotive reali.
Le locomotive “Alfaterna” a sinistra e “Valle di Sarno” a destra, entrambe in pressione sostano nella stazione “Parco”della F.T.P. (22 maggio 2011). Le scale di riduzione più comunemente utilizzate in questo settore del modellismo sono legate allo scartamento del binario con cui vengono realizzati gli impianti e più precisamente: il 5” (cinque pollici) pari a 127 millimetri (scala 1:11) ed il 7 ¼” (sette pollici ed un quarto) pari a 184 millimetri (scala 1:8). Ricordiamo che lo scartamento è la distanza intercorrente tra i lembi interni del fungo delle due rotaie di un binario ferroviario, o tranviario, misurata a 14 mm sotto il piano di rotolamento. Da alcuni anni sono stati realizzati, prevalentemente nel Centronord dell’Italia, alcuni impianti in grande scala da parte di singoli privati ed associazioni a testimonianza di un crescente interesse per questo hobby. Il “vapore vivo” non è solo presente nel Centronord dell’Italia in quanto un importante impianto, particolarmente bello ed interessante per il contesto paesaggistico in cui è inserito, è stato realizzato diversi anni fa anche in Campania, sebbene non è molto noto agli appassionati. Esso si trova in provincia di Salerno, e precisamente a Nocera Inferiore, cittadina che dista 37 km da Napoli e 18 da Salerno. L’impianto prende il nome di “Ferrovia Turistica del Parco Fienga” ed è gestito dall’Associazione Culturale di Storia Ferroviaria con sede anch’essa in Nocera Inferiore. In realtà un primo piccolo tracciato ferroviario in scala fu inaugurato già nel 1994 in occasione del 150° anniversario della ferrovia Portici – Nocera per iniziativa del Dopolavoro Ferroviario di Nocera. L’impianto venne realizzato nello spazio esterno antistante la sede del D.L.F. presso la stazione di Nocera, e consisteva in un anello con alcuni binari di sosta e raccordo ad una piccola rimessa dotata di piattaforma girevole. L’esperienza del circuito presso il D.L.F. si esaurì nel 1997 anche per la limitatezza degli spazi disponibili che non consentivano ulteriori espansioni del tracciato.
L’associazione A.C.S.F. e la nascita della “Ferrovia Turistica del Parco Fienga” Successivamente, nel 1998, fu costituita l’Associazione Culturale di Storia Ferroviaria – A.C.S.F. (onlus) con lo scopo di promuovere e favorire in generale il diffondersi delle conoscenze inerenti il mondo della ferrovia. La nuova associazione ebbe l’appoggio del Comune di Nocera Inferiore della Provincia di Salerno e della Pro-loco Nuceria-Alfaterna. Sempre in quell’anno partì, parallelamente, il progetto di riqualificazione della Villa Fienga e del suo attiguo parco da parte dell’amministrazione comunale di Nocera Inferiore che aveva precedentemente acquisito, tra i suoi beni immobili, il bellissimo e pregevole complesso edilizio posto sulla collina che domina il centro cittadino per farne un centro culturale. Le rovine dell’antico castello risalgono al 984 ed hanno visto il succedersi durante i secoli delle diverse dominazioni che hanno occupato queste terre come gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi.
Le rovine dell’originario Castello Fienga (2 ottobre 2021). Il complesso nel 1521 fu acquistato da Tiberio Carafa, primo Duca di Nocera e divenne residenza ducale. Nei secoli successivi fu gradualmente abbandonato finché, nel 1800, fu acquistato dalla famiglia Fienga che ne spianò una parte per costruirvi l’attuale palazzo. Gli sforzi dell’attività della A.C.S.F. e quella della amministrazione comunale sul progetto “Parco Fienga” confluirono nel 1998 in una apposita convenzione per la realizzazione e gestione di una piccola ferrovia con fini turistici e didattici. Dopo una intensa attività lavorativa da parte di tutti i soci della associazione, il 27 Giugno 1999 venne inaugurata la “Ferrovia Turistica del Parco Fienga”, in breve F.T.P. .
La “Ferrovia Turistica del Parco Fienga”
La piccola ferrovia si snoda ai piedi del palazzo storico Fienga sulla sommità del colle che domina la cittadina di Nocera, in una posizione panoramica molto favorevole ed è immersa nel verde del parco che avvolge l’intera collina. Particolare peculiarità della F.T.P. è quella che lungo il percorso, in alcuni punti, è possibile intravedere la stazione ferroviaria di Nocera Inferiore delle Ferrovie dello Stato da una angolazione “da plastico”. Lo sferragliare del passaggio dei treni, in velocità, nella stazione, accompagnato dai fischi in sottofondo delle locomotive, accresce maggiormente, per gli appassionati del mondo ferroviario, il fascino della visita all’impianto realizzato in scala ridotta. Il tracciato della F.T.P. ha una lunghezza complessiva di circa 600 metri lineari ed è, sostanzialmente, strutturato in due tratte con scartamento 7 ¼”: quella della parte alta, posta alla base del Castello Fienga, e quella della tratta a cremagliera che, dalla suddetta tratta, scende verso la stazione denominata “Piedimonte Superiore”. I due tracciati sono raccordati mediante scambi nel piazzale prospiciente la stazione denominata “Parco”.
Le locomotive “Alfaterna”e “Valle di Sarno”, in doppia trazione, al traino di un treno speciale in occasione di un evento organizzato dalla A.C.S.F., tenutosi il 9 giugno del 2013. Originariamente alcuni tratti di binario della ferrovia erano armati con doppio scartamento (quello da 7 ¼” e quello da 5”) al fine di consentire l’utilizzo di locomotive e carri con diverso scartamento. Nel corso degli anni, però, per una serie di motivi tecnici, si è provveduto a smontare il binario da 5” in buona parte della ferrovia che, di fatto, è percorribile solo da veicoli con scartamento da 7 ¼”. La linea a cremagliera presenta la peculiarità di essere armata, in alcuni tratti, con una cremagliera tipo Strubb, in analogia a numerose ferrovie di montagna presenti in Svizzera ed Austria; ciò per superare la pendenza del 120 per mille dovuta al fatto che il tracciato è stato concepito per collegare il parcheggio auto destinato ai visitatori del parco, posto ad una quota inferiore della collina, con la sommità della stessa. Attualmente sono stati posati circa 100 metri di binario sui 400 previsti in totale dal tracciato a cremagliera.
Un tratto di binario a scartamento 7 ¼” (sette pollici ed un quarto), pari a 184 millimetri (scala 1:8), armato con cremagliera Strubb (2 ottobre 2021). La parte alta della ferrovia si può considerare invece come un tracciato da punto a punto che ha origine e fine da una piccola stazione di testa, denominata “Parco”, sebbene all’altra estremità del percorso sia presente la fermata denominata “Castello”. La stazione “Parco” è l’impianto principale della ferrovia ed è il punto di maggiore attrazione da parte dei visitatori in quanto è dotata di tutte le principali infrastrutture e servizi necessari al funzionamento della piccola ferrovia.
La stazione “Parco”, impianto principale della ferrovia, caratterizzata dalla presenza della pensilina in carpenteria metallica (09 giugno 2013). La stazione “Parco” è dotata di tre binari di cui due, originariamente armati con lo scartamento 5”, ed uno a doppio scartamento. In corrispondenza del secondo binario è presente una graziosa pensilina in ferro, in stile ottocentesco, che richiama alla mente le grandi coperture in ferro e vetro presenti nelle principali stazioni ferroviarie all’epoca della trazione a vapore. I tre binari di stazione confluiscono da un lato alla piattaforma girevole che è il cuore del deposito locomotive: esso è dotato di un box metallico con tre binari, di cui uno a doppio scartamento, destinati ad ospitare una attrezzata officina per le operazioni di accudienza e rifornimento delle piccole locomotive e di alcuni binari tronchi destinati alla sosta delle macchine in attesa di riprendere il servizio.
Il deposito locomotive della F.T.P dove è possibile ammirare alcuni cimeli ferroviari provenienti da alcuni impianti delle F.S. (02 ottobre 2021).
La locomotiva “Lady of the Castle” viene manovrata manualmente sulla piattaforma girevole del deposito, per essere ricoverata nel box (02 ottobre 2021). Un box in legno funge da biglietteria di stazione ed è attrezzato con un impianto di diffusione sonora per brevi annunci e spiegazioni al pubblico presente od in attesa di viaggiare sui piccoli convogli. Il piazzale di stazione è recintato in parte con alcuni moduli della tipica ed ormai “storica” staccionata tipo FS, in cemento e sabbia di fiume, proveniente dalla dismessa stazione di Campotenese delle Ferrovie Calabro Lucane, mentre l’ingresso pedonale è caratterizzato dalla presenza di una sbarra di passaggio a livello originale manovrabile a mano e dotata della classica campanella di avvertimento acustico.
Il passaggio a livello caratterizza l’ingresso pedonale alla stazione “Parco” (02 ottobre 2021). Un bel esemplare funzionante di segnale FS ad ala di seconda categoria è presente in prossimità dei binari di stazione lato partenze e lo stesso viene utilizzato per il “via libera” ai convogli in partenza attraverso un comando meccanico a contrappeso presente nel box biglietteria. Una draisina per l’ispezione delle linee, una suoneria tipo Leopolder, un cancello pedonale sempre di provenienza FS e la colonna idraulica realizzata nel 1910 e recuperata dalla stazione di Castellammare di Stabia completano la dotazione museale e storica delle stazioni “Parco” e “Piedimonte Superiore”.
Il segnale F.S. ad ala di seconda categoria della stazione “Parco”. A destra, la colonna idraulica del 1910 e la draisina a pedali esposti nella stazione di “Piedimonte Superiore”. (02 ottobre 2021) Una volta partito dalla stazione principale, il convoglio della ferrovia “Fienga”, dopo un’ampia curva, s’immette sul rettilineo dove è presente lo scambio di innesto della linea a cremagliera. Questo punto dell’impianto è particolarmente interessante in quanto qui avvengono le manovre di retrocessione dei convogli che percorrono la tratta a cremagliera e che devono presentare sempre la locomotiva posta “lato valle” del treno come di fatto avviene anche nelle ferrovie reali di montagna armate con cremagliera. Proseguendo il percorso della tratta alta, il treno, dopo una doppia curva ad “S”, raggiunge il grande cappio di ritorno impegnando uno scambio tallonabile predisposto sempre per lo stesso instradamento. A metà circa del cappio è presente la fermata di “Castello” che consente ai viaggiatori di raggiungere l’ingresso del palazzo storico “Fienga”.
Il parco locomotive della F.T.P.
Il parco locomotive in dotazione normalmente alla F.T.F. è costituito da cinque macchine che possiamo definire dei piccoli capolavori di meccanica applicata tenuto conto del notevole impegno tecnico ed economico necessario per realizzarle. Basti pensare che mediamente un modello comporta oltre 3000 ore di lavoro di costruzione, in officina e in laboratorio, da parte degli appassionati utilizzando diverse tecnologie e specifiche competenze artigianali, senza contare altresì il lavoro progettuale preparatorio attraverso la stesura di grafici e disegni necessari alla costruzione della locomotiva. Proprio come in uso in Inghilterra per le locomotive vere, quelle della F.T.P. hanno ricevuto tutte un proprio nome. Si riporta qui di seguito una sintetica descrizione con le principali caratteristiche dei vari modelli:
1. Locomotore “Vesuvio”: telaio esterno e rodigio 0-2-0 c, dove la c sta per cremagliera. Motore americano in ghisa Clinton, quattro tempi, cilindrata 175 cc, proveniente dai barchini che trasportarono ad Anzio le truppe americane di liberazione. Con un rapporto a catena di 1:60, è idoneo a muovere un treno di sette vetture. Alimentazione a benzina.
2. Locomotiva a vapore “Valle di Sarno”: rodigio 0-2-1 c , a doppia espansione e a cremagliera. Riproduzione in scala 1:3.5 di una locomotiva delle Ferrovie dell’Oberland Bernese-B.O.B. (Berner Oberland-Bahnen), a scartamento 1000 mm. Una di queste locomotive fece servizio sulle Ferrovie Calabro Lucane - F.C.L. durante la costruzione della tratta Catanzaro - Catanzaro Lido senza poi essere immatricolata.
3) Locomotiva a vapore “Nuceria”: rodigio 0-2-0 c, con caldaia T boiler; riproduzione di una locomotiva svizzera della Winthertur del 1896, in scala 1:2.5, al vero con scartamento 690 mm , al servizio di una fabbrica di carta svizzera.
4) Locomotiva a vapore tipo Mallet “Alfaterna”: gruppo 200 delle Ferrovie Complementari Sarde - FCS, in scala 1:4, doppia espansione, non adatta alla tratta a cremagliera.
5) Locomotiva a vapore “Regno delle Due Sicilie”. rodiggio 2-2-1 c, articolata secondo il sistema Fairle; riproduce un prototipo di una locomotiva spagnola a scartamento 600 mm.
6) Locomotiva a vapore “Lady of Castle”: articolata, secondo il sistema Shay, con due carrelli a due assi e caldaia verticale. Abilitata a spostarsi in cremagliera singolarmente ma non al traino di treni. Questa locomotiva, causa pandemia, non ha ricevuto ancora le prescritte autorizzazioni per poter circolare, ma il loro rilascio da parte dell'ufficio competente sulla sicurezza non dovrebbe tardare.
Oltre le suddette, hanno circolato sulla F.T.P., negli anni passati, le seguenti locomotive: la “Frau Patricia” scartamento 5”, una macchina Feldbhan di rodiggio 0-2-0 di costruzione originaria Henschel di Kassel (Germania); la “Sir Richard” rodiggio 0-3-0 e la “Lord Peter” rodiggio 0-2-0 scartamento 5”, la “SV110” rodiggio 0-3-0 di costruzione originaria Winthertur (Svizzera) scartamento 7 ¼”; non ultima una simpatica locomotiva tipo Decauville a trazione elettrica ad accumulatori scartamento 5”. Tre vetture a carrelli a 2 posti, una vettura a carrelli a 5 posti ed un piccolo bagagliaio completano la dotazione delle vetture a disposizione del pubblico della ferrovia. Altre locomotive, di proprietà dei soci dell’associazione, saltuariamente vengono utilizzate sul tracciato della F.T.P.; tra queste possiamo citare: la “Eva” di rodiggio 0-3-0, la “R310 Val di Fiemme”, la “Vrenli” e la “Tigerli E3/3” di origine svizzera, la ”FS 801” e la “Rigi” a caldaia verticale, rodiggio 0-2-0 di costruzione originale Winthertur (Svizzera).
La locomotiva “Frau Patricia”. L’esercizio della Ferrovia
Particolarmente interessanti sono le manovre che si effettuano nella stazione “Parco” in maniera analoga ad una vera ferrovia: infatti, una volta arrivato in stazione sul binario dedicato agli arrivi, la locomotiva viene staccata dal convoglio per procedere per la piattaforma girevole per la giratura e le operazioni di rifornimento di acqua e carbone in deposito.
Si provvede al rifornimento idrico del tender della locomotiva a vapore “Valle di Sarno”. Notare anche la presenza del carbone (21 giugno 2012).
Operazioni di accudienza del fuoco nel forno della locomotiva a vapore “Valle di Sarno” (21 giugno 2012). nel frattempo in stazione, una piccola locomotiva diesel da manovra, tipo decauville, procede a trasferire le vetture del convoglio sul binario dedicato alle partenze mentre la locomotiva titolare esce dal deposito per attestarsi al proprio treno. Analogamente interessanti sono le manovre che si svolgono lungo la tratta a cremagliera dove, a seconda dei casi, la locomotiva posta “lato valle” del treno, trattiene in discesa o spinge in salita il convoglio lungo il suo percorso.
Il locomotore “Vesuvio” in arrivo alla stazione “Piedimonte Superiore” posta lato valle del suo treno nella tratta a cremagliera dell F.T.P. (21 giugno 2012). Queste operazioni, che per un appassionato di ferrovie possono sembrare ovvie e scontate, nella loro spettacolarità vengono illustrate e commentate ai piccoli visitatori della ferrovia presenti in stazione mediante un impianto di diffusione sonora assolvendo, così, alla funzione didattica dell’impianto così come previsto nello statuto della associazione A.C.S.F..
La locomotiva “Valle di Sarno” spinge lentamente il suo treno sulla tratta a cremagliera (09 giugno 2013). Oltre alla normale attività la ferrovia del Parco Fienga ospita altre manifestazioni che incrementano la presenza del pubblico per il loro interesse come, negli anni passati i “Raduni internazionali del Vapore”, le mostre storiche ferroviarie con l’esposizione di plastici, modelli, reperti, video e fotografie, nei locali del Palazzo Fienga messi a disposizione dall’amministrazione comunale di Nocera Inferiore. Purtroppo la pandemia dovuta al Covid 19 ha fermato tutte le attività della A.C.S.F., per cui dopo due anni solo recentemente si è potuto ritornare a riprenderle con la collaborazione di tutti soci. Tali attività sono principalmente indirizzate ai lavori di manutenzione sia della ferrovia che delle locomotive, attività che richiedono notevole impegno da parte dei soci e tempi non brevi per il loro completamento. Un segnale concreto della ripresa delle attività è stata la visita alla Ferrovia Turistica del parco Fienga, tenutasi lo scorso 2 ottobre 2021, da parte dei soci del Clamfer di Napoli, ospiti della A.C.S.F..
Alcuni aneddoti
In appendice all’articolo si riportano un paio di aneddoti resi noti allo scrivente dal Dott. Romeo Cozzitorto, socio fondatore dell’associazione A.C.S.F. “La locomotiva “Regno Due Sicilie”, monta un fischio proveniente dalla 625.058, che funziona ovviamente a 12 bar. Messa la locomotiva in funzione, e azionato il fischio, successe che nella stazione FS di Nocera Inferiore questo si sentiva molto forte. Il macchinista di un locale, dopo averlo sentito, si rifiutò di partire, pur avendo il semaforo verde. Ci telefonarono dalla dirigenza della stazione. Un nostro socio, da pochissimo in pensione e che era stato componente del personale di stazione, assicurò la dirigenza di stazione che eravamo noi a fischiare. E così il locale partì per Salerno!!! In altra occasione, la nostra ferrovia fu usata intensivamente per trasportare pietre per un muro a secco da riparare nella zona del cappio e interdetta ai mezzi del Comune di Nocera”.
Si ringraziano: il Dott. Romeo Cozzitorto per la supervisone al testo dell’articolo e tutti i soci della A.C.S.F. per la collaborazione durante le riprese fotografiche.
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