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La Cancello - Benevento (Paragrafo tratto dal volume in figura) di Andrea Cozzolino |
Non diversamente dall’Alifana, anche la ferrovia della Valle Caudina (Benevento -Cancello con prolungamento a Napoli) ha spesso fatto ricorso a materiale rotabile proveniente da altri esercizi, e questo durante tutti e tre i periodi nei quali si sono succedute e sovrapposte la trazione a vapore, quella diesel e quella elettrica. Ci sarà di guida nel nostro esame dei “cambiamenti di sede” registrati su questa linea la puntuale disamina operata in un recente, pregevole volume da Alfredo Falcone. Due sono le locomotive a vapore acquisite dalla Cancello-Benevento. Negli anni ‘20 del secolo scorso, quando cominciò a manifestarsi la necessità di sottoporre ciclicamente a revisione le sei vaporiere della dotazione originaria, le SFS (Strade Ferrate Sovvenzionate), dopo un tentativo andato a vuoto di acquisire una locotender dalle Ferrovie del Salento, riuscì ad acquistare - per il tramite della Società “L’Ausiliare” - una loco Henschel, tipo Bismark costruita nel 1921, ma arrivata sui binali sociali cinque anni dopo: ricevette il nome “Napoli” ed entrò regolarmente in servizio alternandosi con quelle della dotazione originaria.
Due UDT della “Linea Arcobaleno”, ex-metropolitana di Roma, fotografate alle stazioni: di Scampia (foto in alto) e di Aversa Centro, gli attuali estremi della strada ferrata (foto di R. Marini).
Il secondo momento critico nella vita delle SFS fu quello post-bellico, allorché non fu più possibile utilizzare le quattro automotrici termiche MAN-Stanga che avevano affiancato/sostituito la trazione a vapore nel 1937. Queste furono cedute, nelle condizioni in cui si trovavano (non più che relitti), alle Ferrovie del Sud-Est ricevendo in cambio tre carrozze a due assi e terrazzini e soprattutto una locomotiva Saint Léonard del 1905 che nel parco pugliese era classificata 12 “Valenzano”, classificazione che mantenne dopo il “cambio di proprietà”. Il ritorno alla trazione termica, datato 1949, si deve esclusivamente al riuso di materiale FF.SS. Le S.F.S. contattarono, infarti, le Ferrovie dello Stato ottenendo quattro ALb costruite sperimentalmente dalla Breda nel 1935 ed accantonate in periodo bellico, ma non per questo risparmiate dalle offese della guerra. I quattro esemplari - classificati ALb 201, 202, 206 e 210 - vennero totalmente ricostruiti nelle Officine Sociali delle SFS e dotati di motori diesel della General Motors (modello 6/71) residuati bellici. Assunsero una vivace livrea con imperiale e carenatura grigia, frontali rosso-arancio e fiancate blu. Furono riclassifìcate ALn 56.401-404. Le loro buone prestazioni indussero le SFS ad acquisire anche altre tre unità (ALb 207,208 e 209) che le FF.SS. pensavano di alienare a causa delle gravi condizioni di degrado dovute ai danni bellici e che, invece, tornarono a nuova vita sui binari della Valle Caudina come ALn 405+407. Diversa l’origine della ALn 408, acquisita nel 1951 dalle SFS: si trattava della ALn 56.1081 (di costruzione FIAT) che era stata utilizzata in periodo bellico (unitamente ad altre due unità gemelle) come “Business Car” dagli Alleati dopo lo sbarco in Sicilia. E non basta: va ricordato che da altre tre ALb di costruzione FIAT la Benevento-Cancello ricavò altrettante vetture rimorchiate.
La locomotiva “Napoli” in esercizio sulla ferrovia della Valle Caudina dal 1926 (coll A. Riccardi).
La locomotiva “Valenzano “ in un‘immagine di fabbrica (coll. F. Ogliari). A questi rotabili vanno aggiunti quelli che arrivarono a Benevento a seguito della chiusura della linea Padova-Piazzola-Carmignano (1958), legata da interessi proprietari alle SFS. In particolare, ricordiamo il locomotore di costruzione Romaro D121.01 (che dalla Campania, nel 1961, fu ulteriormente trasferito alla ferrovia Ferrara-Suzzara), le automotrici ALn 56.001 e 002, l’automotrice ALn 56.414 e la rimorchiata 413 che - trasferite in realtà precedentemente da Benevento a Padova -fecero ritorno in Campania dopo il 1958 unitamente alla locomotiva 1 “Valle Caudina” che anch’essa era stata ceduta alla strada ferrata veneta. E veniamo al periodo più recente, quello dell’elettrificazione, che è caratterizzato da diverse acquisizioni di materiale usato. Nel 1966, dopo la cessazione della ferrovia Piacenza-Bettola, le SFS acquistarono non poco materiale rotabile della strada ferrata emiliana, e precisamente tre elettromotrici (Macd 5R53), le rimorchiate semipilota 101-102, le rimorchiate 121-122 ed infine due locomotori (Ldl- Ld 2) destinati ad essere utilizzati per la trazione di treni mercé. In realtà, solo una parte di questo materiale venne ricondizionato per l’utilizzo sella linea beneventana. Vennero creati due complessi M+Rp, derivati dalle motrici Macd 51 e Macd 53 accoppiate alle rimorchiate 101-102, che assunsero la classificazione E505+Rp515 ed E506+Rp516. La locomotiva Ld2 assunse la nuova classificazione LE 22 e fu dotata, nel tempo, di un vomere spartineve, la rimorchiata R 122 fu rinumerata Rp 520; il restante materiale venne utilizzato solo per prelevare ricambi. Per coerenza di trattazione non dovremmo occuparci dei noleggi di materiale da parte della Cancello-Benevento. Ma non si può non ricordare, con una nota di simpatia, che alcune “Piacentine” FF.SS. (ad esempio E624.003, E624.004, E624.006, E624.007 con le loro rimorchiate “Corbellini”) finirono la loro carriera proprio sulla linea della Valle Caudina insieme a quelle unità che avevano prestato servizio a Piacenza e dalle quali erano state “separate” dopo l’acquisizione alla rete FF.SS. della Piacenza-Cremona. Nel 1978, le Gestione Commissariale della ferrovia Benevento-Napoli, subentrata alle SFS già dal 1973, per adeguare la dotazione della rete alle accresciute esigenze di traffico, acquistò dalla SEPSA (e lo sappiamo già!) i tre complessi e le due rimorchiate che la Società della ferrovia Cumana aveva a sua volta prelevato dalla Pisa-Tirrenia-Livorno. I rotabili ex-SEPSA mantennero le loro matricole, ma vennero sottoposti (lo si è già accennato) a significativi ammodernamenti presso le Officine AVIS di Castellammare di Stabia: furono dotati di impianto di riscaldamento, di ritirata e di mantici di intercomunicazione; inoltre, venne modificato l’impianto frenante in modo da rendere possibile il loro accoppiamento con il materiale ex-SIFT. Le rimorchiate Rp 024 e Rp 025, poi, furono rese compatibili anche con l’elettromotrice E507 (OMS-TIBB) acquistata nuova nello stesso periodo.
ALn 56.401 della ferrovia Cancello-Benevento fotografata nel 1972 dopo la riverniciatura nella nuova livrea verde - grigio nebbia della linea Benevento-Napoli (foto di H. Rohrer).
Due diversi modelli di automotrici a nafta ex-FF.SS. presenti nel parco della strada ferrata sannita. In alto, la ALn 404 ferma nella stazione di S. Maria a Vico (coll. A. Cozzolino); in basso la ALn 414: utilizzata per lunghi anni sulla linea veneta Padova-Piazzola-Carmignano, rientrò a Benevento nel 1958 (foto di M. Sartori).
Materiale ex-Piacenza - Bettola fotografato nel 1985 al deposito di BN Appiodopo la riverniciatura in verde e grigio nebbia. In alto, il complesso costituito da E 506 e Rp 516, in basso il locomotore LE 22 dotato di vomere spartineve (foto di E. Bevere).
Un treno della Benevento-Cancello-Napoli esercitato con materiale FF.SS. noleggiato: alla E624.007 è abbinata la “Corbellini’ pBiz 734.852 (foto di H. Rohrer).
Stazione di Arpaia, ottobre 1988: al traino della E 507 vi sono le rimorchiate 024 e 025 provenienti dalla Cumana (foto di H. Rohrer).
Treno bloccato composto dalla motrice Ep 203 e dalla Rp 023 (in primo piano) pronto alla partenza da Benevento Centrale per Napoli via valle Caudina (foto di M. Diotallevi).
Una parola di più merita il treno composto da Ep202+Rp022: dotato di apparecchiature elettroniche dalla EAA di Genova, ristrutturato anche esteticamente nelle testate e riverniciato in bianco-azzurro, fu sperimentato dapprima sulla linea Genova-Alessandria via Ovada e successivamente provato su varie strade ferrate in vista di una sua vendita mai però concretizzatasi. Il complesso - divenuto un vero e proprio elettrotreno a causa della disposizione di parte delle apparecchiature elettriche sulla rimorchiata - fu così tristemente abbandonato a Benevento Appia ed avviato alla demolizione! ! ! Nel 2005 la Società “Ferrovia Alifana e Benevento-Napoli s.r.l.” è divenuta “MetroCampania NordEst s.r.l.” ed è stata in seguito assorbita nell’unica realtà regionale di trasporto su ferro denominata “EAVFerro”. È stato in questo recente lasso di tempo che è avvenuto l’ultimo acquisto di materiale usato da parte della ferrovia della Valle Caudina; si tratta di due elettrotreni a tre casse provenienti dalla PER (Ferrovia Emilia Romagna), anzi di uno solo giacché - a causa del mancato pagamento da parte della Regione Campania - l’Azienda emiliana non solo non ha consegnato il secondo elettrotreno, ma lo ha addirittura ristrutturato e rimesso in servizio sulle proprie linee. L’unico treno arrivato a Benevento è quindi quello composto da ALe088.001+Le096.001+Le088.101, che è in servizio dal 2013.
Lo sfortunato Ep 202 fotografato a Benevento Appio in attesa del ricondizionamento (foto di P. Gregoris) e poi (foto in basso) dopo il suo inutile ammodernamento, ritratto in prova presso LFI nella stazione di Arezzo Pescaiola (foto di H. Rohrer).
L’elettrotreno Ale 088.001 ER appena arrivato dall’Emilia al deposito di Benevento Appia. (foto di A. Bertagnin)
10 luglio 2013: pavesato a festa per il Centenario della strada ferrata sannita il complesso ex-FER, ripreso dal lato della “pilota “ LE 088.101, è qui fermo alla stazione di Arpaia (foto di R. Saccone). Abbiamo vedutamente lasciato per ultima la più singolare delle acquisizioni della Cancello - Benevento, quella di due rimorchiate che FBN comprò nel 1995 dall’aretina LFI (La Ferroviaria Italiana) che già abbiamo conosciuto come acquirente di rimorchiate SEPSA. Questa volta fu la ferrovia toscana a cedere a quella campana i rotabili marcati pBiz 10 e pBiz 121, una ex-motrice demotorizzata. Questa, purtroppo, fu vittima di un incendio vandalico, ma l’altra ... A questo punto è assolutamente necessario tornare alla notte tra il 29 febbraio e il 1° marzo 1976, che ci racconta dettagliatamente Alfredo Falcone nel suo già citato volume. In quella notte, un giovane meccanico disoccupato “appassionato” di ferrovie mise in moto un treno composto dalla elettromotrice E 503 e dalla rimorchiata pilota 512, ma poi, impauritosi, saltò giù dal convoglio che - incredibilmente - percorse “da solo” tutta la rete sociale, per finire rovinosamente, nella stazione di Cancello, contro una locomotiva da manovra FF.SS. La Rp 512 rimase completamente distrutta nell’impatto e fu naturalmente avviata alla demolizione, mentre la motrice dovette essere significativamente ristrutturata e “perse” una delle due cabine, diventando unidirezionale. Ebbene, anche se utilizzata in composizione con altre rimorchiate, la motrice riclassificata nel frattempo ALe 125.503, solo nel 2006 trovò una “compagna stabile”. E in chi? Ma nella pBiz 10 che, ristrutturata dalla LICABUS di Cagliari e riclassificata (non a caso) Lel25.512, ha formato con lei per molti anni un complesso bloccato, fino alla radiazione sopravvenuta nel 2019.
Convoglio composto dalla motrice ALe 125.503 e dalla “nuova “ Le 125.512.1 frontali delle due unità sono stati ristilizzati, assumendo forme più squadrate rispetto a quelle bombate dello stato d’origine (foto di H. Rohrer).
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