di Rosario Saccone |
Una delle attività nella quale
molti appassionati di cose ferroviarie si dilettano è quella della riscoperta del tracciato di vecchie
linee ormai abbandonate da decenni. Mentre per quelle più antiche
spesso davvero non rimane quasi nulla, per quelle che sono state
dismesse un po’ più di recente e che non attraversano zone fortemente
urbanizzate è possibile ritrovare fabbricati di stazione, ponti, gallerie,
caselli, depositi ed altri elementi grazie ai quali lo studioso, aiutato
dalla fantasia e da qualche foto d’ epoca, rivede in quei luoghi lo sbuffare
di una vaporiera o il meno scenografico incedere di un’ automotrice. Oggi la tecnologia facilita alquanto tali ricerche:
già da molto tempo infatti vari siti internet forniscono cartografia e foto satellitari
praticamente di tutto il mondo anche se con certe limitazioni. Le piante che si trovano online
infatti sono ben lungi dal fornire i dettagli e la precisione di una
vera carta topografica e le immagini
dall’alto (aeree o satellitari) spesso hanno un livello di ingrandimento
insufficiente a consentire il riconoscimento certo di singoli edifici come i
fabbricati di stazione, inglobati nell’urbanizzazione che spesso segue la
dismissione delle aree ferroviarie. Da alcune settimane però un ulteriore
aiuto viene fornito dal motore di ricerca Google che col suo servizio Street View ha finalmente coperto gran parte del nostro Paese.
Si tratta di fotografie riprese a livello del suolo da bordo di veicoli che
montano sul tetto delle particolari macchine fotografiche digitali che
riprendono fotogrammi in continuazione puntando nelle quattro direzioni; un
software specifico poi provvede ad unire tali foto
ed una interfaccia appositamente studiata consente di dare all’ utente l’illusione di trovarsi a bordo dell’ auto e di poter ruotare la vista a 360
gradi. Ho voluto quindi provare ad applicare tale
tecnologia nella ricerca di testimonianze ancora esistenti dei tronchi delle
Ferrovie Calabro Lucane dismessi a fine anni ’60: ho così scoperto che gran
parte delle stazioni
sono ancora in piedi, alcune ridotte a ruderi cadenti, altre in condizioni
discrete ed altre addirittura ristrutturate di recente per adibirle a vari
usi; in genere sono stati asportati completamente i binari ed il tracciato in
piena linea è individuabile come sentiero o come semplice rilevato sul piano
di campagna anche se nei casi più sfortunati la costruzione di nuove strade o
i lavori agricoli di un quarantennio hanno cancellato totalmente la
massicciata. Ovviamente ho preferito cominciare dall’ unico tronco delle FCL con origine in Campania ovvero la linea
Atena Lucana-Marsico Nuovo, per la quale potevo
contare sull’articolo di G. Evangelista apparso sul numero 3 di ClamFerrovie, sulla cartina della cosiddetta Guida Rossa
del TCI edizione 1927 (dove la linea è segnata in costruzione essendo stata
inaugurata nel ’31), e su alcune notizie e fotografie reperite su internet. Mi limito dunque in questa sede e nei prossimi
articoli a fornire solo i link alle principali
emergenze che sono riuscito a ritrovare lasciando così al lettore il piacere
di recarsi virtualmente (e magari anche per un’ escursione reale) nei
dintorni delle località segnalate per ulteriori ritrovamenti. Si parte dunque dalla stazione di Atena Scalo |
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facilmente
individuabile in quanto attigua a quella delle FS della linea Sicignano-Lagonegro (anch’essa dismessa ma ancora
armata). Il fabbricato viaggiatori di
pertinenza FCL si presenta ancora in buone condizioni malgrado
lo stato di abbandono: si riconoscono pure il deposito merci, il deposito
locomotive ed il fabbricato ferrovieri oltre a vari elementi tipici quali
cancelli, parti di staccionata, ecc. Dalle immagini satellitari è facilmente
riconoscibile il tratto iniziale della linea con l’ampia
curva in direzione sud-est fino al PL della SS19 dove esiste il casello
ancora abitato. Poi della linea si perdono tracce certe per ritrovarle all’ interno dell’ abitato di Atena Lucana dove esiste l’
omonima stazione |
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nei pressi della quale purtroppo non è transitata l’auto di Google ma l’edificio è ugualmente visibile
dalla strada sottostante. Altra traccia certa è la successiva
stazione di Pozzi |
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che conserva il serbatoio idrico che riforniva le locomotive ai tempi del vapore. Pure interessante è la possibilità di vedere, sotto il viadotto della superstrada, il ponte ad archi |
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presso Brienza: qui la linea passava prima sotto le arcate, poi
entrava in una galleria elicoidale e usciva ad una quota superiore passando
sopra il medesimo ponte; nell’ abitato di Brienza
si possono vedere un casello e la stazione. Più problematica l’individuazione
della fermata di Pioppeta, forse identificabile col
casello |
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che reca la progressiva Km 19: a volte infatti sulla rete
FCL così come per altre ferrovie economiche alcuni caselli erano dotati di
marciapiedi per poter consentire la fermata dei treni e l’effettuazione del
servizio viaggiatori. Decisamente sorprendente poi il fatto che la vettura di Google
si sia inerpicata per sentieri sterrati di montagna (in parte ripercorrendo
il tracciato della ferrovia) consentendoci di vedere un casello ed il portale
della più lunga galleria della linea |
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Infine nei pressi dello svincolo di Marsico Nuovo della SS598 della Val
d’Agri è possibile trovare l’ultima testimonianza
della ferrovia |
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ovvero la stazione terminale, anche’essa in discrete condizioni malgrado lo stato di abbandono. |
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