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di Gennaro Fiorentino |
Ancora animato da entusiasmo per la recente visita del 29 maggio u.s. al Museo di Pietrarsa, ritengo un piacere raccontarne lo svolgimento, condividendo con il lettore la bell’atmosfera che abbiamo vissuto. All’evento ha partecipato un discreto gruppo di soci, anche con diversi familiari, che dopo tanto tempo, è stato bello rivedere. La giornata di maggio offriva un gradevole clima con un cielo terso.
Al nostro arrivo tra i primi ospiti, i viali museali erano ancora vuoti. Il silenzio e la solitudine ci hanno permesso di apprezzarne l’ordine e le impeccabili aiuole fiorite. (foto G. Fiorentino)
Vista o rivista, abbiamo iniziato
dalla realtà accresciuta dedicata alla storia del primo
convoglio ferroviario della penisola. Quindi, come avevamo
pianificato, ci siamo trattenuti nel grandioso ‘Padiglione A’
dedicato alla grande trazione (vapore e trifase) dove alcuni
soci hanno proposto l’illustrazione di un veicolo. Ho iniziato
io parlando della 290.219, emblema del nostro Club e prima
locomotiva entrata nel Museo. L’argomento è stato altresì di
attualità descrivendo la tipologia “bourbonnais” di cui si parla
nell’articolo “Hanno rubato un treno”.
Il direttore avvocato Orvitti posa volentieri con una rappresentanza della nostra comitiva mentre il secondo turno s’intrattiene nella sala di proiezione (foto G. Fiorentino). Tra queste anche la RALn 6012 di recente immessa. Anzi ci ha consentito una visita anche al suo interno. L’ing. Cantamessa ha invece voluto descriverci il padiglione dimostrativo della funzione vapore, in corso di allestimento. Ci ha così spiegato che sarà utilizzata all’uopo una 940, opportunamente sezionata e già in loco. Ma, a differenza di dimostrazioni analoghe presenti in altri musei ferroviari, qui ci sarà la ricostruzione con ologrammi e simulazioni di realtà accresciuta, che si avvarrà degli ultimi ritrovati multimediali.
Un’altra foto di gruppo e questa volta con l’ing. Cantamessa, direttore generale di Fondazione FS con lo sfondo di una poderosa locomotiva. Dopo l’interessante e gratificante incontro, abbiamo ripreso la nostra passeggiata dando la parola a Francesco Bisogno che ci ha raccontato grattacapi ed imprevedibili infortuni provocati dalla macchina trifase E333 la cui matricola 026 è qui ospitata. È toccato quindi a Ennio Castelletti illustrarci la singolare locomotiva FS 980.002 protagonista dell’esercizio a cremagliera sulla Paola-Cosenza. Prima di lasciare il padiglione, Maurizio Falco ci ha rammentato la tragedia di Balvano, il più grande disastro ferroviario della storia, dove fu coinvolta proprio una macchina della classe 480 che ci ha con dovizia illustrato. Ci siamo quindi tuffati nella magica atmosfera della passeggiata a mare, con visione sul golfo di Napoli e sbirciatina ai nuovi bar e ritrovi aperti a beneficio dei visitatori.
Singolare, ma provvidenziale riutilizzo di un vecchio arredamento di III classe a corredo dei numerosi bar sorti nel Museo in vista dello splendido golfo di Napoli (foto G. Fiorentino). Ci attendeva il ‘Padiglione B/C’ detto delle littorine. E difatti è proprio qui che abbiamo trovato la ghiotta novità. Un’automotrice RALn (proveniente dalla rete siciliana) di recente esposizione, a scartamento ridotto e restaurata di tutto punto. Per concessione della direzione come detto, ci è stato altresì consentita una visita al suo interno.
Padiglione A/B. La storica RALn 6012, fresca di restauro, fa capolino nella sua nuova sede mentre un incaricato regola la nostra visita ai suoi interni (foto G. Fiorentino).
Il suo interno riportato a nuova vita con un sapiente restauro che ne esalta la sua genesi automobilistica. (foto G. Fiorentino)
Il suo essenziale ma funzionale banco di manovra (foto G. Fiorentino).
Anche in questo caso, Ennio ce ne
ha voluto raccontare le rocambolesche vicende di acquisizione,
utilizzando come estemporaneo palco, la piattaforma accanto alla
carrozza reale.
Fotografia di rito ai piedi della statua del lungimirante Ferdinando II di Borbone, realizzatore di Pietrarsa. (foto G. Caracciolo) Sulla via d’uscita abbiamo voluto dare un’occhiata al padiglione detto dei modelli. Oltre al noto plastico Brunetti, vi è stato collocato un lungo percorso in scala LGB con ambientazione Ferrovia Retica.
Immagini della ricostruzione modellistica della linea retica verso Sankt Moritz: il confine di Stato; la Stazione FS di Tirano con la Chiesa Maria di Nazareth e elettromotrice ALe 883 FS. Lo abbiamo ritenuto piuttosto spettacolare e d’impatto. Peppe Vitiello è stato prodigo d’interessanti spiegazioni sulla storia e l’aneddotica della celebre casa, da poco entrata far parte della grande firma Märklin. Ci siamo spostati quindi accanto al plastico “trecentotreni”. Dopo il notevole aggiornamento alla via di corsa ed alla catenaria, ricostruite in un recente passato dai soci Clamfer, ulteriori lavori svolti da un’azienda specializzata ne hanno completato l’efficienza. Oggi vi si possono ammirare treni merci ed internazionali che corrono su e giù, offrendo un irrinunciabile spettacolo a bimbi di tutte le età; sottolineato da annunci in parafrasi di quelli delle stazioni reali.
Plastico Trecentotreni. Convogli con allestimento di carrozze anni '80 offrono una policroma passerella (foto A. Bertagnin).
Plastico Trecentotreni. In una penombra programmata e suggestiva, il celebre ETR 300 Settebello, parte per un suo viaggio verso la capitale lombarda. Gli fa da quinta una teoria di carri frigo in stile anni ’60 (foto G. Fiorentino). Era ora di lasciarci. Apprezzamenti e complimenti per la meravigliosa mattinata, si sono sprecati. Però tutti erano concordi nel vivo desiderio di poter presto riprendere gl’incontri sociali; essi rappresentano una vera oasi di benessere, cordialità ed amicizia nel sempre più impegnativo tran, tran quotidiano.
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