È ormai un appuntamento
consolidato quello del primo week end di ottobre
al Museo di Pietrarsa con l’indovinato titolo
“Porte aperte”. Come per le precedenti, anche
l’edizione 2016 ha visto il nostro Club ospite
della prestigiosa istituzione. L’idea di questo
evento si deve alla direzione della Fondazione
FS, idea sposata con entusiasmo e messa in atto dal
direttore museale Avv. O. Orvitti. Ma vediamo com’è
andata.
Com’è noto, la scelta della data non è casuale;
infatti essa ricorda l’inaugurazione della
Napoli-Portici avvenuta il 3 ottobre 1839,
ovvero 177 anni fa. Ancora una volta, lo spazio
che ci è stato concesso è stato quello del
padiglione ‘G’ (ex torneria) detto anche ‘la
cattedrale’. Il bel salone è stato interessato
di recente da notevoli lavori di
ristrutturazione estetica che sono perdurati
pressoché fino alla vigilia dell’evento. Si è
trattato in sostanza dell’ultima tappa del
cantiere ‘itinerante’ che ha toccato tutti i
padiglioni di Pietrarsa conferendo al Museo un
aspetto fresco e moderno pur rispettando un
opportuno rigore filologico. Per tale
circostanza i modelli in grande scala dei treni,
presenti di norma in tale settore, sono stati
spostati nel salone ‘B’ trovando posto accanto
agli storici locomotori in corrente continua.
Ed il plastico Brunetti? Ecco qui il nocciolo
della questione. Non potendolo spostare, esso è
stato ricoperto con un grande telo di plastica
che, se pur deposto con cura, ha finito con
l’essere perforato da alcuni tralicci del
modello oltre che, inevitabilmente, ha raccolto
polvere e rifiuti edili a non finire. Quindi, il
primo passo è stato quello di rimuovere questa
copertura in preda all’ansia di sapere cosa vi
avremmo trovato sotto per non parlare della sua
funzionalità operativa. Mentre questo accadeva,
una squadra di operai della Dussman, con potenti
getti di idropulitrici, attendeva al complesso
compito di lavaggio del pavimento in pietra
lavica per cancellare ogni traccia del trascorso
cantiere.
I lavori di pulizia del plastico Brunetti
procedono a cura dei soci: G. Fiorentino (foto
in alto),
G. Vitiello (foto a sinistra) e di G. De
Palma (foto a destra).
Ci siamo, allora, divisi i compiti. I soci G. De
Palma e D. Romano hanno iniziato a provare il
plastico Brunetti; in particolare i binari di
corsa trapiantati dai soci Clamfer un paio di
anni fa, ed il complesso impianto di
illuminazione di fabbricati e lampioncini.
Intanto c’era chi provvedeva a rimuovere
polvere, sassi e residui della pittura.
Le prime a dare un
bel segnale di ottimismo, sono state le luci del
piazzale; poi il resto è venuto un po’ alla
volta finché una ‘micetta’ ha fatto, un po’
esitante, il giro del circuito. Era promettente!
Intanto il Presidente Gamboni, che ha dedicato
la vita alla ricerca di tal materia espressa in
diverse pubblicazioni, poneva su colorati leggii
un’elegante collezione di pannelli, da egli
stesso approntati, che
raccontavano, scevri da luoghi comuni, la storia
della Napoli-Portici.
Sistemazione di supporti e quadri da parte di,
procedendo dalla sinistra nelle immagini:
A. Gamboni, N. Bartolotta, G. Auricchio e G.
Vitiello.
Ma si è pensato anche all’aspetto modellistico
con l’esibizione di sei moduli in H0
digitalizzati che combinavano plausibili
contesti italiani con esercizio vapore/termico.
La firma di tali moduli si deve, per la maggior
parte, al socio G. Vitiello ed allo stesso
Presidente. Per non farci mancare niente, il
socio E. Castelletti, maestro modellista FIMF,
con orgoglio ha esibito la ‘sua’ stazione di
Portici oggi, in rispetto comunque della
tematica.
E. Castelletti e G. Fiorentino mentre
provvedono alla sistemazione del diorama della
stazione di Portici.
Squadre di montaggio dei moduli Clamfer sui
quali correranno i convogli in DCC.
E non finisce qui, come diceva quel tale … Due
tavoli-vetrina esibivano, rispettivamente, l’uno
una documentazione fotografica del ‘Pietrarsa-Express’
del nostro socio A. Bertagnin con annesso
modellino in H0 e, l’altro, una preziosa
collezione di cimeli e documenti della ferrovia
del Bayard. Il raro modello in H0 della
locomotiva Bayard rappresentava davvero il
gioiello di famiglia, per non tacere di una
sciabola e di una decorazione borbonica della
collezione del socio G. Vitiello.
Al lavoro per spostare con ventose il grande
cristallo che chiude una delle due vetrine
orizzontali
sistemate in loco con muletto da personale del
Museo (foto a sinistra).
A. Bertagnin ha da poco sistemato in vetrina
le foto ed il
modello del treno storico,
mentre A. Gamboni e G. Vitiello apportano
gli ultimi ritocchi alla esposizione dei loro
cimeli.
Il modello del convoglio Bayard è stato
appena sistemato
sui supporti.
Il salone era completato dal grande
modello del treno Bayard (collezione del Museo)
reduce dalla trasferta a Roma quale ospite della
trasmissione di Piero Angela.
Ho speso qualche
parola in più sull’allestimento per tributare il
giusto apprezzamento alla perizia ed alla
dedizione dei soci impiegati. E, arrivati al
giorno dell’evento, solleviamo il proverbiale
sipario.
La manifestazione
Alle 9.30 sono arrivati i primi visitatori che
hanno goduto di un prezzo speciale di due euro.
Ma una bella ondata si è avuta alle 10.45,
quando un lungo fischio ha annunciato l’arrivo
del treno storico con l’E 626, due ‘cento porte’
ed una vettura della serie 20.000 con a bordo lo
scrivente il quale è stato designato da
Fondazione FS Italia per illustrare ai
passeggeri la storia del breve tratto di strada
ferrata da Napoli al Museo di Pietrarsa.
Il treno storico
trainato dall'E
626.185 in arrivo da
Napoli.
I primi visitatori in
coda alla
reception del
Museo.
Un modesto supplemento dava diritto
alla visione della nuova proiezione della realtà
virtuale (o accresciuta) dove si rivive, con
straordinario realismo, la partenza del primo
treno italiano.
Un concerto di pianoforte con
soprano era accolto nel padiglione ‘D’
alternandosi con esibizione teatrale. Il
padiglione delle tornerie, poi, liberato dai
resti del cantiere, oltre ad ospitare il settore
modellistico esibito dal Clamfer, offriva
nell’ala nord spettacoli di marionette e
distribuzione gratuita di squisiti gelati
offerti da un locale esercente. Il solito bar
automatico con la ricca offerta era integrato da
una pizzeria su ruote che ha sfornato ‘pizze
margherita’ a più non posso.
Un concerto di
pianoforte con
soprano accolto
nel padiglione
'D' e, a destra,
spettacolo di
marionette al
padiglione 'G'.
Il nostro stand è
stato visitato da centinaia di persone che hanno
visionato la mostra iconografica del 177°
usufruendo anche di descrizioni vocali
dell’autore (A. Gamboni) condite con gustosi ed interessanti aneddoti.
I moduli combinati in
H0, con i vari rotabili funzionanti in DCC ed
accessoriati con luci e suoni, hanno destato
sorpresa tra grandi e piccoli. I visitatori,
anche i neofiti, hanno poi potuto fare un
confronto con il vicino plastico Brunetti che,
nonostante i suoi arcaici sistemi costruttivi,
continua ad essere ammirato e suscitare
emozioni. Il circuito rimesso in sesto,
proponeva evoluzione di rotabili italiani di
qualità messi a disposizione, per l’occasione,
dai soci Clamfer Ferola e Castelletti.
Moduli Clamfer
e
Mostra
iconografica
hanno suscitato
molto interesse
tra i
visitatori.
I soci M.
Falco e D.
Romano, con la
collaborazione
di R. Ferola,
hanno
movimentato i
treni sul
plastico
Brunetti.
Di tanto in tanto, la ‘Leopolda’ di Ennio
Castelletti richiamava l’attenzione perché
venisse giustamente tributato un applauso anche
alla sua opera. La mia piccola cronaca di questa
giornata di successo e soddisfazione potrebbe
concludersi qui. Però devo aggiungere, per
finire, una mia piccola considerazione. Ho visto
volti particolarmente felici quando, stanchi di
girare, i visitatori si sono posti nel rinnovato
anfiteatro, tra la ricca vegetazione trapiantata
dalla vicina Facoltà universitaria di
Agricoltura. Lì, guardando il vicino mare da
dietro le moderne cortine di cristallo, con
Capri di fronte e la città per antonomasia a
destra, avranno pensato: ‘Si, questo è il più
bel Museo del mondo’.
Come non essere
d’accordo?
Suggestivo tramonto osservato dal piazzale del
Museo di Pietrarsa. |