I giorni 10-11-12 Ottobre 2014, in
occasione del 175° anniversario del tronco Napoli-Portici della strada ferrata dell’ing.
Bayard e del concomitante 25° compleanno del
Museo Ferroviario di Pietrarsa, il nostro Club
ha esposto, nella sala del padiglione montaggio
del citato Museo, una mostra tematica sulla
prima ferrovia d’Italia.
L’idea di questo evento si
deve alla direzione della Fondazione FS che è
stata sposata con entusiasmo dal direttore
museale Avv. O. Orvitti. Dal canto suo, il
nostro sodalizio ha aderito con slancio
all’invito, consapevole del prestigio della
neonata istituzione e nondimeno della bellezza
della sede proposta
La mostra, progettata dal
Presidente Col. Gamboni, ha trovato nei soci la
massima disponibilità sia per quanto riguarda il
suo allestimento che la fornitura di cimeli e
documenti, testimoni di un evento indelebile
della storia. Essa occupava tutta l’ala sud del
padiglione citato che, per la sua forma
intercalata da cuspidi di vaga ispirazione
gotica, è stata soprannominata la Cattedrale.
All’ingresso dell’area campeggiava una magnifica
riproduzione in scala G del convoglio storico
(patrimonio di Pietrarsa) che 175 anni orsono
percorreva l’itinerario Napoli-Portici. Il
modello, non inedito, tale poteva essere
considerato in quanto di recente ripristinato, e
dunque riportato a nuova vita, dal personale del
Museo. Questo restauro può essere anche preso a
simbolo di una volontà di rilancio del complesso
di Pietrarsa, fortemente voluto dalla nuova
dirigenza. D’altro canto lo è anche la
rivoluzionaria e determinante decisione di
tenere aperti i cancelli il venerdì, sabato e
domenica in luogo del vecchio e penalizzante
calendario.
Accoglimento di un gruppo di visitatori
all'inizio della Mostra.
Il convoglio storico posizionato
all'ingresso dell'area espositiva.
Per ritornare alla nostra mostra, si
veniva dunque introdotti in una sequenza di
dieci pannelli dove, attraverso immagini e
cartine d’epoca, veniva esemplificata la storia
dell’impresa, scevra di luoghi comuni. Molto
carino ed originale, mi è parso il pannello che,
con un felice connubio tra grafica e personaggi
concreti in scala, esibiva le modalità di
sicurezza (imbarco dei passeggeri e tutela degli
antesignani passaggi a livello) per rendere il
viaggio sulla ferrovia del Bayard senza pericoli
od imprevisti.
Il Presidente del Clamfer illustra ad un attento
uditorio i pannelli della Mostra.
Si passava dunque
all’osservazione di due vaste vetrine
orizzontali che, affiancate, mostravano l’una la
storia dell’opificio Pietrarsa così intimamente
legata alle vicende della nostra ferrovia, e
l’altra gli oggetti attinenti i personaggi che
ne fecero la storia. Non mancava, per dare
un’idea, la sciabola che costituiva elemento
integrante della divisa di capostazione. Non che
il funzionario fosse chiamato ad adoperarla, ma
di certo serviva a completare in maniera
autoritaria l’uniforme dell’importante carica.
Due inquadrature della grande bacheca
orizzontale con alcuni documenti relativi a
Pietrarsa.
Si noti, nella foto in basso a sinistra
della prima immagine, la zona che ospitava
l'antica Batteria prima della realizzazione
dell'Opificio borbonico.
Nella seconda grande bacheca orizzontale è
stata esposta
una nutrita documentazione relativa alla
Strada Ferrata del Bayard.
Si noti nella prima immagine la sciabola da
Capostazione.
Due particolari della bacheca
dedicata alla Strada Ferrata del Bayard.
Alla fine della galleria delle immagini, una
splendida riproduzione della stazione di Portici Granatello attendeva gli ospiti. Realizzata del
nostro socio prof. Castelletti, essa adottava la
scala H0 (1/87) e rappresentava lo stato odierno
sia del fabbricato viaggiatori che
dell’adiacente e suggestivo porticciolo. Il
lavoro sviluppato come diorama, si presta anche
ad interfacciarsi con ulteriori moduli di un
plastico.
Il socio E. Castelletti e la Sig.ra
Mariolina con il diorama della odierna stazione
di Portici.
Ma prima di lasciare il settore
dedicato al giubileo, il visitatore ha avuto la
possibilità di ammirare l’adiacente plastico Brunetti riportato,
al momento, ad una parziale funzionalità. Grazie all’opera di una squadra
dei nostri soci iniziata alla fine della
trascorsa estate, con interventi strutturali e
paesaggistici, ben tre convogli potevano
circolare in contemporanea sui ristrutturati
binari. E malgrado il lavoro non si possa dire
terminato del tutto, l’evoluzione dei trenini
immersi in un rinnovato e restaurato ambiente,
ha attratto con magnetismo grandi e piccini.
Un convoglio di quattro
elementi con ALe 601 si appresta a lasciare la
grande stazione di testa.
(foto R. Saccone)
Due modelli a confronto: un "Arlecchino" a
quattro elementi realizzato da E. Castelletti e
un
ETR 200, unico convoglio ancora esistente costruito
da Otello Brunetti, autore del
grande plastico.
I binari di corsa sono funzionanti ma ancora da
'sporcare' e la palificazione è in via di
completamento.
Locomotiva Gr 640 elaborata da E.
Castelletti al traino di un treno speciale per
il 175° anniversario.
Il passaggio a livello nei pressi della grande
galleria restaurato dal socio G. Vitiello.
La palificazione con relativa catenaria
ancora non è stata sistemata.
Il V. Presidente del Clamfer Gennaro
Fiorentino (nella foto con la maglia a strisce)
illustra ad un folto pubblico l'opera
realizzata da Otello Brunetti
ed
oggi esposta nel padiglione noto come "la
Cattedrale".
Il
plastico Brunetti, con i suoi 41 mq di
superficie, rappresenta una testimonianza
inalienabile sia di un lavoro modellistico
unico, sia del contesto ferroviario di 50 anni
fa di una grande stazione rapportato alla sua
scala 1/87. Nei tre giorni dell’evento, la
Mostra ed il plastico Brunetti sono stati
visitati da centinaia di visitatori che hanno
potuto usufruire sia del servizio guida del
Museo, sia dell’opera dei soci del nostro
Clamfer nell’area riservata alle celebrazioni
per i 175 anni. Quindi, di certo un evento
ricordato con passione, e direi successo, che
apre nuovi orizzonti su una rinnovata sinergia
tra Fondazione ed Associazioni, come del resto
sta ricorrendo in varie parti d’Italia.
Arrivederci dunque alla celebrazione per i 200
anni della prima linea d’Italia con l’augurio
che essa trovi il Museo di Pietrarsa, naturale
contesto per accogliere tale evento,
ulteriormente conosciuto e rilanciato.
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