di Gennaro Fiorentino

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Ospitata nei magnifici padiglioni del “Museo Ferroviario di Pietrarsa” (Na), si è tenuta dal 2 al 4 settembre c.a. la manifestazione “Ferrovie in miniatura” giunta alla terza edizione. Essa fu ideata e patrocinata dalla FIMF (Federazione Italiana Modellisti Ferroviari), ma di certo trovò nei vertici di Fondazione FS la massima sensibilità e collaborazione. D’altro canto tutti gli amici delle ferrovie hanno ritenuto che non potesse esserci luogo più degno e prestigioso, per accogliere una kermesse dedicata al mondo del modellismo dei treni.

I viali dell’antico stabilimento ferroviario, arricchite da aiuole fiorite,

continuano ad offrire emozioni e sorprese (Foto G. Fiorentino).

Tra le capriate del monumentale e storico stabilimento, anche il Clamfer ha potuto esibire con orgoglio i suoi moduli Fremo che da un po’ erano costretti ad una forzata clausura per i noti e nefasti eventi che hanno interessato il mondo. Ma prima di andare avanti con la mia cronaca dell’evento, pur nei limiti di un articolo da web, consentitemi due considerazioni scritte con l’animo pervaso da orgoglio e nostalgia.

Finito il laborioso allestimento, i soci Clamfer scambiano qualche chiacchiera a tema ferroviario.

(Foto G. De Palma)

Nel 1980 partecipai come visitatore alle “Giornate del modellismo ferroviario” presso il Museo dei trasporti di Lucerna (CH). In quell’occasione mi convinsi che in Italia, e men che mai a Napoli, mai avremmo visto qualcosa del genere. Invece oggi, grazie ad una inedita coscienza museale nelle persone della dirigenza di Fondazione e del Museo, il sogno è diventato realtà. E ci potremmo aspettare, com’è avvenuto, un flusso di appassionati da paesi europei verso Napoli ed il suo Museo ferroviario; che un primato peculiare già ce l’ha. Si trova nella sede museale più bella del mondo affacciata sul golfo partenopeo. Il secondo pensiero mi è sovvenuto durante l’allestimento dello stand, il primo di settembre. Fu proprio in questa data ma del 2014, che il Clamfer con la sua squadra di soci, mise mano al restauro della massicciata e della catenaria del plastico Brunetti (trecentotreni) qui ospitato. Il complesso lavoro fu poi portato a termine da una ditta privata per l’impiantistica. Ma il Club si può vantare di aver contribuito in maniera costruttiva e virtuosa ai primi lotti di risanamento di un capolavoro.

Vista d’insieme del plastico modulare Fremo nello stand Clamfer.

In prospettiva la mostra delle collezioni tematiche ed un prezioso modello

Maerklin d’epoca di una stazione in stile tedesco.

(Foto G. Fiorentino)

L’evento “Ferrovie in miniatura” ha trovato posto tra i settori “Modelli”, “Macchine utensili” e “Sala Congressi” lato orientale. La gestione degli spazi ed il coordinamento generale degli espositori sono stati compito di Rosario Di Marco, patron della nota ditta BIT model www.bitmodel.it in perfetta intesa con lo staff  tecnico del museo. Ma veniamo ad esaminare i gruppi e gli enti presenti.

  

Immagini ormai storiche a ricordo del primo intervento sulla massicciata e catenaria del plastico Brunetti,

in quel lontano settembre del 2014. Al lavoro i soci G. Vitiello (a sx) e G. De Palma (a dx).

(Foto G. Fiorentino)

Non lontano dal plastico Brunetti nella sala modelli, troneggiava il plastico modulare ASN (Amici scala N) composto da 14 moduli a norma cm. 80  x 120.  Rammento che la stessa sala si è arricchita di recente di un plastico LGB a tema Rhb in scala 0, ivi collocato in assetto permanente. Superato il nuovo e moderno bar dallo stile ispirato alle preziose maioliche che decorano il chiostro di S. Chiara (Na), si giunge al padiglione delle macchine utensili. Tra antichi magli e poderose presse, batteva il cuore pulsante della mostra. La parte del leone la faceva il Club “La tartaruga” di Roma che occupava con il suo ovale gigantesco, il centro del padiglione. In un’ambientazione schiettamente italiana riprodotta in scala H0, correvano vari convogli tra i quali un FR 1000 in assetto completo con i suoi 11 elementi. Gl’interni erano animati da un’illuminazione costante e dalla presenza di ben 450 personaggi. Intanto si poneva in controcanto un convoglio portacontainer della società Medway (gruppo MSC). Sulle pareti perimetrali del salone trovavano posto alcuni attivi e noti negozi. Oltre al citato BIT model (organizzatore) che ha riproposto l’E623 piacentina ed una bella ed inedita collezione in H0 di autobus urbani, era pure trafficato il noto shop Modelcenter di Baronissi. In questo salone era presente anche il nostro stand con il plastico sociale forte di 11 moduli a norma Fremo, L’impianto funzionava in modalità digitale con una bella vaporiera FS 740 e una ALn con i loro effetti sonori.

Ritorno ai giorni nostri con l’ALn che impegna una curva accompagnata dal brontolio della trazione termica.

(Foto G. Fiorentino)

Adiacente era posto il plastico “a panettone” del nostro socio M. Falco che sintetizzava nella sua opera, la filosofia del riciclo e della gestione dello spazio (ridotto). Come sempre ha riscosso attenzione ed interesse per la sua inventiva coniugata alla passione per i trenini.

Maurizio Falco si fa ritrarre accanto al suo plastico “panettone“ ispirato alla paesaggistica abruzzese.

(Foto G. Fiorentino)

Prima di lasciare l’area, va sottolineata la presenza del nostro socio E. Castelletti con la sua collezione di locomotive in H0 create ad hoc con la sua arte per colmare vuoti della produzione di serie. Ennio che come di consueto era in compagnia della consorte, esponeva presso una propria postazione i suoi preziosi ed irripetibili gioielli. Anzi erano esibiti in una vetrina che, benedetta metafora, aveva la forma di una cassaforte.

Nel contempo, Ennio Castelletti sembra dire “questi sono i miei gioielli” (Foto G. Fiorentino).

Non mancava il Club votato ai mattoncini Lego dal curioso nome di Brikanti, concepito con un geniale gioco di parole. Per puro spirito di campanilismo, il modello dell’ETR della Circum è quello che più ha incuriosito.

Allo Stand del Club Brickanti tematica Lego l’ETR della Circumvesuviana si lascia ammirare per il suo realismo.

(Foto G. Fiorentino)

Superata la sala cinema, si perviene al reparto TD dove tra l’altro si può ammirare il curioso automotore “Sogliola”. E proprio di fronte a questa laboriosa macchina, si poneva un altro bel plastico del Club chiamato proprio Sogliola.

Eccoci così alla grande sala che di norma ospita i Congressi. L’immenso salone era occupato da due bellissimi ovali adiacenti in rappresentanza del Club Vivitreno e Club Venturina. Di quest’ultimo ho potuto apprezzare un curioso sistema per governare i convogli; com’è intuibile è tratto da qualche locomotore salvato dalla rottamazione.

Sempre in questa sala non poteva mancare uno stand dedicato all’editoria della Duegi ed un affollato angolino dove i numerosi bambini si potevano cimentare a far correre dei convogli su essenziali tracciati oppure a costruire casette e stazioni di carta.

 

L’ampio spazio dell’area bimbi dove i piccoli visitatori si potevano divertire a creare

stazioncine e tracciati dove far correre piccoli convogli (Foto G. Fiorentino).

La mia piccola cronaca potrebbe anche arrestarsi qui, rimandando a quanto detto in varie occasioni sulle collezioni permanenti del museo. Ma ci tengo a dare almeno un accenno alla concomitante mostra occasionale (durerà fino a novembre) dedicata alle collezioni d’arte del museo della grafica di Chiasso. Tra i mastodontici locomotori a corrente continua tra i quali il mitico E626, è stata ricreata il simulacro della stazione di Taormina. Su quelle pareti hanno quindi trovato posto i manifesti che a cavallo dell’800 e del 900, invitavano con le loro splendide vedute, dovute alla matita di geniali artisti, a venire in Italia e visitarne le bellezze. Ciò avveniva in concomitanza dell’apertura dei valichi alpini e dei grandi trafori percorsi da convogli dove l’eleganza sposava la velocità.

Accanto ad un esemplare dello storico locomotore E626, è stata ricreata la banchina della famosa stazione di Taormina, ingresso della galleria occasionale dei manifesti turistici (Foto G. Fiorentino).

L’esposizione della preziosa collezione delle affiches in prestito dal museo della grafica di Chiasso.

(Foto G. Fiorentino)

E non mancano i colorati deplants delle più belle mete turistiche che iniziavano a poter essere raggiunte

dalle nuove linee ferroviarie di inizio ‘900 (Foto G. Fiorentino).

Sempre in quest’ala del Museo, in angolini creati all’uopo, di fronte alla inusitata galleria d’arte, erano accolti poltrone e scompartimenti tratti dai treni blasonati e celebri.

Viene qui riprodotto un angolo di scompartimento del treno Orient Express

con le sue poltrone, tavolino e lampada, arredi tipici della CIWL.

(Foto G. Fiorentino).

Ed ancora, quello del non meno celebre Flèche d’Or”. Questo treno, gestito dalla CIWL,

collegava Londra con Parigi. Nella ricostruzione, il convoglio è nei pressi di Parigi,

come testimonia la Torre Eiffel vista dal finestrino.

(Foto A. Bertagnin)

Quando abbiamo smontato il nostro stand e caricato il materiale sulle auto per riportarlo nei depositi, ci siamo incrociati con tante auto di famiglie che avevano prenotato un tavolo per un aperitivo o per una cenetta sulla riva del mare di Pietrarsa. Allora mi sono detto, che il mio sogno espresso a Lucerna di avere un Museo ferroviario attivo e frequentato si può dire essersi realizzato. E ciò grazie al genio, alla volontà ed all’entusiasmo degli uomini di Fondazione FS.

 

Foto del Titolo: Studio Fotografico Sanny - Portici

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