Siamo così arrivati già alla terza partecipazione
del Clamfer alla “Fiera del baratto e dell’usato - edizione di
primavera”. Quest’anno poi, grazie ad una particolarità del
calendario con un interessante “ponte”, è stata favorita la
distribuzione dell’evento su tre giorni: 25-26-27 aprile. Ciò ha
comportato un particolare impegno non solo dei soci espositori ma
anche di quelli assegnati alla parte
organizzativa. Tale
onere, tuttavia, è
stato gratificato da una massa di visitatori senza uguali che si
sono interessati sia alle opere modellistiche che alla storia ed
alle attività del Club.
Tra tutti gl’illustri o semplici visitatori, è stato motivo di
particolare orgoglio ricevere la visita del Sindaco di Napoli, Dott.
Luigi De Magistris, il quale non solo si è interessato alle
realizzazioni dei singoli soci ma ha rivelato una sua inclinazione,
mai concretizzata causa gl’immaginabili impegni istituzionali, per
il magico mondo del fermodellismo.
Il Sindaco di Napoli, Dott. Luigi De
Magistris, durante la visita allo stand del Clamfer.
(foto A. Cozzolino)
Secondo un’ormai consolidata tradizione, lo spazio
assegnatoci è stato quello nel “Padiglione A”, dove si affiancano
associazioni con varie finalità ma che hanno comunque sposato
la filosofia del riuso e del riciclo,
leit motiv della
manifestazione.
L’aspetto da evidenziare, circa l’intelligente
visione di Augusto Lacala - presidente dell’associazione
Bidonville - organizzatrice dell’evento, è quello di ospitare da un
lato i privati con la loro galleria di oggetti destinati al baratto
e dall’altro le associazioni, vero volano di stimolo e proselitismo
del riuso. Parliamo
ora dell’esposizione di questa maxi
edizione 2014.
Un ampio desk,
presieduto dal Tesoriere del Clamfer Gennaro Auricchio,
fungeva da accoglienza ai nostri numerosi visitatori che qui
potevano trovare informazioni sull’Associazione e sull’hobby del
fermodellismo, nonché acquistare piccoli gadget e
pubblicazioni che nel tempo hanno segnato la storia del Clamfer.
Il Tesoriere Gennaro Auricchio al tavolo di
accoglienza.
Poco adiacente si potevano trovare due novità
dell’anno 2014. Su un tavolo a misura di “bambino” era stato
attrezzato un particolare doppio circuito con materiale modellistico
Maerklin d’epoca in scala H0. Così i piccoli visitatori, sotto la
guida del socio Giuseppe De Palma, potevano dare sfogo alla loro
curiosità di far andare i trenini avanti ed indietro, senza timore
di un richiamo. Infatti era nelle intenzioni degli espositori di
offrire un angolino ai bimbi per soddisfare il loro desiderio di
“fare”. D’altro canto la qualità dei modelli di robusta fattura
rappresentava una garanzia di solidità.
Il socio Giuseppe De Palma in attesa di
visitatori ...
... i quali non si sono fatti attendere.
Accanto era stata attrezzata una particolare
esposizione tematica circa l’utilizzo della ferrovia per finalità
belliche. Alcune tavole introducevano ed esplicavano l’argomento.
Circa i modelli, essi erano stati concepiti in varie scale e
raccontavano la storia dell’inusitato matrimonio treno-guerra, a
partire dalla guerra di secessione americana fino alla II G.M. Non
mancava tuttavia anche un carro ferroviario vettore di un complesso
missilistico quasi a simboleggiare il rituale: ieri-oggi-domani.
Ambedue i tavoli descritti si devono alla fantasia del modellista
Giuseppe Vitiello, titolare anche della ricca collezione oltre che
autore della costruzione dei modelli inediti.
Panoramica dei modelli relativi alla ferrovia
e la guerra (coll. Vitiello).
Era la volta di un itinerario “da punto a punto”
con il suo sviluppo lineare che rappresentava da un lato un esempio
di combinazione modulare in dimensioni standard e dall’altro
un’applicazione dell’ormai sofisticata tecnologia informatica
dedicata al movimento dei treni con una digressione di un
app in ambiente
Iphone per la gestione di mezzi ferroviari digitalizzati. Per
esemplificare questa sfilza di paroloni (nei quali peraltro mi ci
raccapezzo poco), si potevano vedere una serie di carri merci
trainati da una locomotiva che emetteva suoni e fumo di
impressionante realismo. Le faceva da controcanto una coppia di ALn
663
con il loro caratteristico brontolio dei motori diesel. Il tutto
immerso in un contesto tipico italiano completato da un bel Luna
Park dalle tante attrazioni realizzato dal socio Vitiello. Hanno
collaborato per i moduli il Presidente Gamboni ed il socio Vitiello
mentre il socio Esposito ha curato le funzioni elettroniche ed
informatiche.
La locomotiva Gr 740.144 e le ALn 663
in sosta nella stazione St. Raffaele (coll. A. Gamboni).
La coppia di ALn 663 in uscita dalla stazione
di St. Raffaele mentre impegna il passaggio a livello.
La 740 è appena uscita dall'imbocco Nord
della galleria delle giostrine.
Il Parco Giochi realizzato su un secondo
modulo posto sopra la galleria.
I giovani visitatori hanno preso posizione in
attesa dell'arrivo dei convogli alla stazione Sud.
Si perveniva così al plastico modulare del socio
Maurizio Falco, per l’occasione coadiuvato alla manovra dal socio
Rosario Saccone. Esso rappresentava un esempio di continuo “works
in progress” che vediamo ad ogni edizione della Fiera fare un
passo avanti nell’espansione. Lo scenario è ispirato a quello al
vero della cosiddetta Transiberiana d’Italia, posto tra le città di
Castel di Sangro e Sulmona. Come giusto motivo di vanto del suo
realizzatore, ogni strada, casa, stazione ed officina, è stata
realizzata con materiale di riciclo proveniente da oggetti
diversamente destinati al rifiuto. Il materiale rotabile era
ovviamente di origine commerciale, ma rifletteva quello in servizio
su questa storica tratta (locomotive ed automotrici) che una geniale
idea lanciata prima da Associazioni amatoriali ed oggi, pare, dalla
Fondazione FS, vorrebbe trasformata in esercizio turistico
scongiurandone la definitiva chiusura.
Convogli in attesa della partenza nella
stazione di Alfedena.
L'impianto realizzato da Maurizio Falco vede
interessato non solo un pubblico maschile.
Sulle montagne dell'Appennino, vigila la
Guardia di Finanza.
La zona montuosa che sovrasta il cappio di
ritorno posto all'altra estremità del percorso.
Si giungeva infine all’opera di Ennio Castelletti,
sempre affiancato dalla dinamica signora Mariolina. Esso compendiava
la “summa” di quanto
realizzato dal prolifico socio nel tempo e che, in maniera oserei
dire geniale, veniva affiancato e collegato con un sistema modulare.
Il plastico aveva forma di una lettera “U” dove l’ansa rifletteva un
contesto montano con elicoidali che il moderno Minuetto, come nella
realtà di Trenitalia, scalava con disinvoltura. Un altro suo angolo
che ha suscitato notevole interesse è stata la storica stazione di
Portici (Granatello), la destinazione del primo tronco della prima
ferrovia d’Italia. L’opera, peraltro già ammirata singolarmente come
diorama, ha trovato ora una sua giusta collocazione nell’insieme
armonico di tutti i moduli di Ennio. Il giovane socio Domenico
Romano ha affiancato Ennio nella manovra del plastico.
Un folto pubblico mostra molto interesse al
circuito di Ennio Castelletti.
La stazione di Portici, punto di partenza del
circuito.
Il Minuetto mentre supera su ponte in ferro
un realistico corso d'acqua.
Il Minuetto in arrivo a Morcone, stazione
terminale del circuito.
Per concludere questa breve relazione, desidero
citare anche i soci Andrea Cozzolino e Francesco Lupinacci
che, con la loro prestazione, hanno altresì contribuito alla buona
riuscita dell’evento ed al socio Antonio Bertagnin il quale con il
suo reportage fotografico ha completato con belle immagini
il contesto dell’esposizione.
Secondo tradizione, anche questa volta mi sono
occupato delle pubbliche relazioni, della logistica e del trasporto
del materiale modellistico del Clamfer.
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