Un flusso di persone e tanti bambini
ha quindi varcato l’arco simbolico dell’ingresso
riversandosi nei viali dell’opificio.
Immaginando l’oggettiva difficoltà di
trasformare un’area produttiva in un’entità a
metà strada tra mostra, visita tecnica e spazi
ludici, conferendo all’itinerario anche
una necessaria valenza di sicurezza e
visibilità; devo dire che il teorema è stato
risolto in maniera brillante. Superato il
viadotto, dove andava su e giù il bianco treno
destinato alla capitale danese, si perveniva al
suo gemello driver less, parcheggiato su un
tronchino di fronte alla palazzina della mensa.
Il complesso gemello a disposizione per la visita
(foto G. Fiorentino). C’era quindi
l’opportunità di potere apprezzare gl’interni e
la singolare assenza della cosiddetta “cabina di
guida”: soluzione di certo non inedita
ma che suscita sempre sorpresa e curiosità.
D’altro canto un moderno stabilimento, qual è
quello oggetto della visita, si presenta non
come un organismo cristallizzato ma, al
contrario, come un crogiuolo di esperienze che
si trasmettono da una produzione all’altra. Così molti dei ritrovati presenti in questo
prodotto derivano da esperienze tecnologiche
ritrovabili sia nella famiglia dei rotabili “linea C” di Roma, sia nella
metropolitana automatica di Brescia.
Il sobrio e funzionale interno del convoglio
esposto (foto G. Fiorentino).
Modello in grande scala della linea C
capitolina (foto G. Fiorentino).
Condotto da semplici indicazioni, il visitatore
poteva iniziare la visita del primo padiglione
previsto dall’itinerario: quello nel quale
nascono i carrelli dei treni, o perlomeno la
parte più sofisticata, quella cioè che prevede
la sistemazione all’interno di una culla di
acciaio (peraltro prodotta in adiacente ambiente
dove si esercita la carpenteria metallica di
alto livello) di ogni apparato di trazione che
trasforma l’energia cinetica in energia
dinamica. Quando la complicata
fase si può ritenere completa, arriva il momento
più delicato al quale il personale conferisce
una particolare importanza che, come mi è stato
sottolineato dagli steward presenti che non
lesinavano spiegazioni, è definito “abbassamento
carrello”. Si tratta del momento in cui la
culla, con i suoi mille congegni, va finalmente
sposa alle sale ossia alle ruote. I carrelli in
produzione, lungo una sorta di catena di
montaggio, ma immagino con una progressione per
sua natura lenta, sono stati identificati con dei
semplici ma eloquenti cartellini che indicavano
il sistema trasportistico di destinazione.
Carrello motore pressoché pronto e destinato ai
treni della metro di Taipei (foto G. Fiorentino).
Ed ecco sfilare i nomi delle produzioni in
corso. Oltre alla già citata Copenhagen, si
leggeva di Taipei (capitale di Taiwan),
Pechino (capitale della Cina), Zhuhau (città
cinese) e la nostrana Genova. Questi rotabili
sono infatti destinati ad equipaggiare le
nascenti reti tramviarie o metropolitane di tali
città.
Devo precisare, come mi è stato spiegato,
che lo stabilimento di Napoli annovera come
eccellenza prevalente il concepimento e la
realizzazione di sistemi innovativi di trazione.
Pertanto una produzione partenopea, come
vedremo, in un certo senso limitata di convogli,
significa che l’apparato specializzato in tale
range demanda agli stabilimenti situati altrove
(Pistoia e Reggio Calabria p.e.) la costruzione
delle carrozzerie. Nella seconda parte di questo
lungo capannone, con le stesse modalità di
identificazione delle città di destinazione,
avviene invece la costruzione degli apparati
elettronici di azionamento, ponte virtuale tra
la captazione dell’energia ed i fruitori finali
ossia i motori. In questo ambito si apprezza la
moderna modularità di questi congegni.
Le indicazioni ci portavano quindi a
riguadagnare l’esterno attesi da un grazioso
gazebo dove, da non meno graziose fanciulle,
venivano distribuiti a piene mani gadgets,
borsette e cappellini, con il brand 'AnsaldoBreda' o
con quello della sorella 'Ansaldo STS segnalamento'. Si
perveniva dunque alla cosiddetta area museale,
novità 2014. Utilizzando una
porzione di un capannone ad impiego
occasionale, con accorti ritrovati
architettonici è stato conferito alla struttura
un aspetto di grande confort mediante
l’allestimento di una galleria dove sono stati
esposti oggetti appartenuti sia alla storia del
glorioso opificio Ansaldo che a quella delle
ferrovie italiane.
La bella galleria del Museo attende i
visitatori (foto G. Fiorentino). Ed
è in questa collana di stand che ha trovato
posto il nostro Club. Il Clamfer ha risposto con
slancio ed entusiasmo al prestigioso invito
della direzione, pervenuto attraverso il dinamico e
qualificato staff dell’ufficio
relazioni esterne. Nell’ambito dello spazio a
disposizione, abbiamo esposto due contesti
modulari in scala H0 animati rispettivamente da una
automotrice a nafta e da una locomotiva del
gruppo 740, entrambi i mezzi con effetti
digitali di fumo e suono. Inoltre, a lato dei
due diorami, eleganti vetrine raccoglievano, tra
preziosi cimeli, la storia dell’AnsaldoBreda con la
riproduzione in scala 0 ed H0 delle sue gloriose
locomotive dalle origini ai nostri giorni.
Modulo Clamfer e scorcio di vetrine con gli
straordinari modelli dei soci (foto A.
Bertagnin). Il padiglione è stato meta
di migliaia di persone che hanno apprezzato sia
l’esposizione dei modelli, sia lo spettacolo
offerto dai piccoli treni che andavano su e giù
ansimando e sbuffando. A metà
mattinata si è svolta una piccola ma importante
cerimonia. L’amministratore delegato del colosso
ferroviario, ing. Maurizio Manfellotto, ha
offerto all’ing. Oscar Cantelmi, collezionista
dei cimeli ferroviari esposti, uno splendido
trofeo con la rappresentazione stilizzata di una
ruota ferroviaria. Ma le
sorprese non erano finite. L’ing. Manfellotto ha
voluto consegnare anche al nostro Presidente, Col.
Antonio Gamboni, lo stesso trofeo per
testimoniare l’apprezzamento di quanto fatto dal
nostro Club per contribuire alla riuscita della
giornata. In quel momento mi sono sentito
particolarmente commosso; ho ritenuto che questo
sia stato il momento, tra i tanti, di più alta
gratificazione sul cammino dei 35 anni del Club,
anniversario da poco festeggiato.
Il Presidente del Clamfer, Col. Gamboni, riceve dall’AD Ing. M. Manfellotto la
bella targa AnsaldoBreda.
(foto A. Bertagnin) Ma continuiamo
la visita. A lato del Museo, apriva le porte il
padiglione di alta tecnologia con i suoi
laboratori per lo studio e lo sviluppo dei
motori elettrici destinati alle UDT di oggi e di
domani. In linea con l’oggetto del lavoro, vi
era divieto assoluto di scattare foto. Quindi
l’itinerario si concludeva nel grande hangar
dove si realizzano, dall’inizio alla fine, i
vagoni del materiale rotabile.
Attualmente erano in corso d’opera alcuni
convogli della pluricitata metro danese nonché
tali altri destinati alla metropolitana di
Genova che espleta la relazione
Principe-Ferrari-Brignole, in corso di
ulteriore espansione. Questo moderno sistema di
trasporto manifesta vistose analogie genetiche
con la linea 6 di Napoli; tant’è che secondo
attendibili rumors il modello di questi veicoli
potrebbe incrementare anche il piccolo parco
della nuova linea partenopea di prossima
realizzazione.
Il convoglio metro di Genova in avanzato stadio
di costruzione con il suo posto guida ed i
funzionali
interni.
(foto G. Fiorentino)
Ma a parte queste considerazioni più o meno
scontate, il padiglione delle costruzioni ha
rappresentato l’apoteosi della festa. In
un’inusitata atmosfera con molteplici vagoni
sospesi per aria in attesa di ricevere i
carrelli motore, si è svolta la kermesse
destinata ai bimbi. In un angolo dell’ampio
volume, geniali e fantasiose maestranze,
clonando vari pezzi di treni, si erano inventati
il “Trainsformer”, inedito anche se
improbabile mostro tecnologico “made in
AnsaldoBreda”.
Trainsformer: il
simpatico e bonario mostro frutto della fantasia
delle maestranze (foto G. Fiorentino).
Peppa Pig in versione
modella da studio fotografico e
allegri stand da
fiera ospiti per un giorno del reparto
costruzioni (foto G. Fiorentino).
Si sono poi susseguiti spettacoli di
magia mentre Peppa Pig e la banda Disney, beniamini dei bambini,
si facevano ritrarre senza mai stancarsi.
Postazioni affollatissime erogavano zucchero
filato, popcorn e bevande. Ma ce n’era anche per
i grandi con il buffet loro destinato
ricco di squisite pizzette e panini.
Intanto un trenino su gomma, fatto pervenire da
fuori dai solerti organizzatori, attraversava i
viali senza soluzione di continuità offrendo a
grandi e piccoli passeggeri, attraverso gli
altoparlanti, la descrizione di quei luoghi dove
una volta tanto il loro colore grigio-opificio
ha assunto colorazioni splendide.
Questa in
sintesi la cronaca di “un giorno all’AnsaldoBreda”.
Le graziose animatrici prendono una breve pausa
per accontentare il fotoreporter (foto G.
Fiorentino).
Prima però di
chiudere queste brevi note, desidero manifestare
il mio personale apprezzamento per tutti i
membri dello staff AnsaldoBreda i quali, con
dedizione ed entusiasmo, hanno con caparbietà e
meticolosità organizzato questa bella giornata
vissuta da migliaia di persone. Guardando le
famiglie del personale e quelle dei visitatori
godere del magico contesto della festa, ho
capito che il più grande successo che potesse
arridere all’evento è stato quello che la parola
FAMILY, del geniale ed ermetico slogan, sia stata
declinata in questa domenica in tutte le sue
accezioni. Ed anche noi del Clamfer siamo stati
fieri di essere solo per qualche ora (ahimè!)
appartenuti alla bella famiglia aziendale
AnsaldoBreda. Grazie, davvero!
Domani, passata la sbornia della festa,
si riprenderà a costruire treni. Buon Natale a
tutti!
(foto R.
Saccone) |